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Nell'ambito della scrittura didascalica non esistono regole precise ma possibilità, che gli autori teatrali hanno esplorato ed esplorano a modo loro. Questo volume individua alcune linee interpretative e alcuni modelli ipotetici di analisi, definiti soprattutto sulla drammaturgia novecentesca, italiana e non, applicabili, per somiglianza o differenza, anche a drammaturgie precedenti. Il tentativo è di definire i presupposti di una scrittura che ha visto incrementare progressivamente la propria letterarietà nel corso del Novecento, proponendo una sorta di teoria dello "sguardo temporalizzato" che rappresenta, sulla pagina, la durata di una visione presupposta o dedotta. Ma occuparsi di didascalie significa anche considerare le aperture e le intrusioni didascaliche sulla scena. L'idea di una "focalizzazione didascalica", sottesa a tutto il lavoro, rende evidente il contatto stretto con il mondo narrato, filo conduttore di uno studio che si dedica ad uno spazio testuale spesso trascurato e invece estremamente ricco di suggestioni.